Storie
Apre lo Sportello Covid a Givoletto
La Società di Mutuo Soccorso e la lista civica Vivere Givoletto insieme per informare e aiutare la popolazione con lo sportello Covid
Va segnalata l’azione concreta che “Vivere Givoletto”, gruppo da anni in campo per la tutela e la promozione dei valori umani e della solidarietà tra le persone, ha promosso in questi tempi difficili: l’apertura di uno sportello Covid disponibile per tutti i cittadini per fornire informazioni e indicazioni utili ad affrontare l’emergenza.
Niente code o assembramenti
Nessuna coda: tutto via telefono, e quindi accessibile a tutte le persone, anche a quelle sprovviste di conoscenze informatiche.
Come funziona
“Come funziona lo sportello?” Abbiamo chiesto a Stefania Pignochino, capogruppo consiliare per Vivere Givoletto in Comune e già candidata Sindaco. Ecco la risposta: «È molto semplice. Basta telefonare o inviare un messaggio WhatsApp al numero 350.0319586, dal lunedì al venerdì tra le 9.30 e le 11.30 e tra le 15.30 e le 19.00, e il sabato dalle 9.30 alle 11.30, per essere richiamati dal consulente giusto, senza alcuna spesa».
Quali informazioni si possono avere?
«Di vario genere, perché lo Staff di volontari è composto da uno psicoterapeuta, Filippo Bellavia, da un cardiologo, Massimo Tidu, da una psicoterapeuta, Silvia Monge, da un avvocato, io stessa, e da Sabrina Losa (che si presta come volontaria, come tutti d’altronde), mentre per le questioni più immediate interverranno le due volontarie Barbara Carignani ed Eliana Bertoldo, già attive nel tessuto sociale givolettese. Infine, ultimo ma non ultimo, l’apporto determinante e sempre elevato della Società di Mutuo Soccorso e in particolare del suo presidente, Giancarlo Benin».
Perché far partire lo sportello?
«Perché volevamo dare un segno concreto di solidarietà, sia dando indicazioni operative sia supportando anche e soprattutto chi, in questo periodo, ha forti crisi psicologiche e necessità di essere aiutato, nei modi e nelle forme più opportune, senza improvvisazioni, perché i volontari sono tutti professionisti nel proprio ambito».
Non si poteva stare inattivi
Abbiamo ancora sentito al telefono lo psicoterapeuta Filippo Bellavia e ci ha cordialmente risposto così: «Non potevano stare inattivi. Per professione io vedo e sento il disagio che vivono le persone, sia quello dei malati e dei loro parenti, sia quello di chi vive sospeso nella preoccupazione per la malattia ma anche per il proprio posto di lavoro e per i propri familiari. Noi ci siamo messi in campo e ci auguriamo che l’iniziativa sia utile e serva veramente alle persone».
Un messaggio finale
«Che chiami chi vuole, anche per piccole cose, anche per chiacchierare un poco e rompere il muro di silenzio che talvolta l’isolamento dovuto all’epidemia ha alzato intorno a lui: noi siamo qui. E una delle ‘mission’, come si dice al giorno d’oggi, di “Vivere Givoletto”».
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