Storie
Cri-cri: il cioccolatino nato da un grande amore
Irrinunciabili per ogni buon torinese, ma chi sa come sono nati i famosissimi “cri-cri”? Ecco a voi una delle storie più romantiche del Piemonte
Era il 1886 quando, da una pasticceria di Torre Pellice, il sig, Giuseppe Morò inventò il CRI-CRI. Una deliziosa pralina di cioccolato, dal cuore di nocciola, ricoperto da codette di zucchero. Le quali, fino ai primi anni ’80, pare fossero colorate. Ora, invece, tutti sappiamo che sono bianche. La ricetta da allora è rimasta invariata. Ma come si è arrivati a chiamarli cri-cri?
Personalmente, da bambina, quando ne mangiavo davvero tanti, ero quasi convinta che si chiamassero cri-cri per via del suono che faceva la carta, mentre scartavi il cioccolatino, ma la storia della leggenda è senza dubbio più interessante.
Si parla infatti di una bellissima ragazza, Cristina, che si guadagnava da vivere cucendo abiti per le donne dell’alta società sabauda e di uno studente, pazzamente innamorato di lei. Il loro amore nacque appunto fra i tavoli della cioccolateria: ogni giorno il ragazzo arrivava un poco prima di lei sul posto.
La commessa, che aveva già capito tutto, sorrideva ogni volta che il ragazzo arrivava, chiedendogli “Cri?” come a chiedergli se lui era lì perché lei stava arrivando. E il ragazzo, con aria sognante, annuendo, confermava sempre “Cri!”
Giuseppe Morò, spettatore giorno dopo giorno di questa scena, decise allora di chiamare i suoi cioccolatini, che a loro tanto piacevano, appunto “cri-cri”.
Insomma, sono senza dubbio riusciti a inventare un nome che dopo due secoli, ognuno di noi non può ricollegare alla dolcezza, pur non sapendo nulla dei due giovani innamorati.
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