Cronaca Live
Dalle sei del mattino in fila in Via Botero. Un supermercato? No, è il Monte dei Pegni
Niente cassa integrazione, stipendi congelati e attività bloccate. La situazione è drammatica per molti torinesi. Ecco cosa sta accadendo da qualche giorno in via Botero
In questi tempi di Coronavirus la povertà è diventata incubo in tutta Italia e anche qui a Torino. Le attività sono bloccate, gli stipendi congelati e la cassa integrazione tarda ad arrivare, e poi chi lavorava in nero (qualche lavoretto per tirare a campare per intenderci ) … ecco chi sono le persone che vanno ad impegnare qualche oggetto per poter almeno mangiare.
Il Monte dei Pegni è un centro assistenziale?
In sostanza lo è: non ci sono lungaggini burocratiche e, in pochi minuti, l’oggetto da impegnare viene valutato e i soldi subito erogati in media al 30% del valore effettivo del bene. Il Monte dei Pegni funziona dal 1500 circa; è stato istituito dai Francescani e, all’origine, l’intento era quello di fornire microcredito a basso o nullo tasso di interesse per contrastare gli usurai.
Ad un certo punto i Monti si fondono con le banche ma continuano a svolgere un’importante funzione sociale: quella di assistere, a modo loro, gli italiani. La Banca d’Italia calcola che dal Monte dei pegni transitino almeno trentamila italiani al mese: 500 persone al giorno.
Nella filiale di via Botero a Torino, ne passano 400-500 al giorno e, a fine mese, il numero aumenta. Anche oggi, come nei tempi passati, i Monti rappresentano l’ultima spiaggia dove si può trovare quel po’ di ossigeno che tanto serve quando si attraversano tempi duri.
Riuscirà il Cura Italia a mitigare la situazione ed a evitare pericolose rivolte?
Ce lo auguriamo ma….
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