Storie
Il progresso e le tecniche alternative della chirurgia senza sangue. Al primo posto la Sanità torinese
La chirurgia “senza sangue” non è solo per i testimoni di Geova e i primi progressi, in tal senso, provengono proprio dalla città di Torino. Ecco dove e perchè
Ultimamente fa eco e risonanza mediatica il fatto che sempre più si ricorre a interventi chirurgici complessi senza ricorrere a emotrasfusioni: e questo non solo con pazienti testimoni di Geova. Ad esempio, di recente, si è parlato del trapianto di fegato senza trasfusioni di sangue eseguito all’Ospedale di Borgo Trento di Verona su una paziente di sessanta anni testimone di Geova. Ma non dobbiamo dimenticare che anche a Torino in diversi ospedali si fanno interventi senza utilizzare il Sangue.
Prima su tutti è il Maria Pia Hospital, difatti in questo periodo l’ospedale ha documentato una casistica di interventi “bloodless” di anni con un’esperienza iniziata in Cardiochirurgia e proseguita nelle altre discipline, applicata oggi ad esempio anche nella Cardiologia interventistica, in Chirurgia vascolare, Chirurgia generale e Ortopedia.
Tutto questo è possibile grazie a un team multidisciplinare che coinvolge chirurghi, anestesisti, un ematologo, perfusionisti e infermieri, che applicano la chirurgia mini-invasiva con una particolare attenzione al rispetto dell’integrità del paziente.
Ma la chirurgia senza sangue è solo ad appannaggio dei testimoni di Geova e motivata sempre da convinzioni etico/religiose? Sembrerebbe di no secondo quanto dichiarato da vari medici, infatti dottor Samuel Mancuso cardiochirurgo al Maria Pia Hospital di Torino: “In tutto il mondo sempre più pazienti rifiutano trasfusioni a motivo dei risultati clinici, indipendentemente dalle convinzioni religiose; i pazienti non trasfusi e trattati con una adeguato protocollo si riprendono più in fretta e hanno meno complicazioni postoperatorie”. Aggiunge ancora Mancuso che alcuni pazienti precisano subito la loro posizione dicendo: “Io non sono testimone di Geova, ma non voglio le trasfusioni…” Indubbiamente, la chirurgia senza sangue (bloodless) ha compiuto progressi inimmaginabili fino a qualche decennio fa e desta l’attenzione di un numero sempre maggiore di sanitari e pazienti in tutto il mondo.
Un approccio, quello delle cure mediche senza sangue, in grado di rispettare le convinzioni e la coscienza degli utenti e contestualmente di fornire cure mediche adeguate se non addirittura di qualità superiore ai pazienti, che si professano o no testimoni di Geova. Siamo felici che questi progressi si stiano facendo anche grazie alla sanità in Torino.
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