Curiosità
La Bela Caplera: caccia ai fantasmi nel centro città
Da una triste storia ormai vecchia due secoli, arriva l’idea per passare una serata alternativa passeggiando per la città
Storia di una ragazza nella Torino dell’800.
Era bella ed era giovane, in una Torino napoleonica che ai sogni di una giovane fanciulla non dava alcuna importanza. E’ per soldi che il padre l’obbligò a sposarsi un vecchio, ricco, taccagno con una botteghina di cappelli su Via Maria Vittoria. Era un destino a cui non ci si poteva opporre e una giovane ragazza poteva solo mettere via le proprie speranze per il futuro e cercare di vivere di quelle poche gioie che la vita avrebbe ancora potuto darle, al di là della vita coniugale.
La Bela Caplera
La chiamavano la Bela Caplera (la bella cappellaia) in zona, e tutti la conoscevano. La conoscevano anche i giovinetti che andavano lì a comprare i propri cappelli, fedelissimi clienti che si intrattenevano, secondo le malelingue, molto più di quanto non fosse consono. Tutti ne parlavano, della bella cappellaia sposata a un vecchio arcigno, che affascinava giovani nella sua botteguccia. Anche al vecchio giunsero le voci e più di una volta i due coniugi vennero visti litigare.
Così nessuno ebbe dubbi quando una bella mattina il vecchio non si svegliò più.
Colpevole fino a prova contraria
Su cosa successe davvero ci sono diverse teorie. Secondo alcune storie dei malviventi entrarono in casa e uccisero il marito, ma per il popolo era stata lei ad ucciderlo, rimanendo quindi ingiustamente vittima. Per altri racconti invece lei una sera, non potendone più, lo avvelenò. Fatto è che venne incriminata per aver ucciso il marito a ragione o no.
Per questo reato la pena era la morte.
La Piazza per il patibolo
Al tempo era Piazza Carlina che fungeva da piazza per il patibolo e come già detto, parliamo di una Torino napoleonica che per la prima volta vede montare la ghigliottina francese.
Il boia era affascinato dal nuovo strumento di morte, di cui aveva sentito molto parlare oltralpe e pare che avesse dei piani ben precisi su come condurre questa sua prima esecuzione e volle conoscere la vittima prima dell’evento. In particolare, si diceva che la vittima con la ghigliottina veniva uccisa in maniera così veloce e con un taglio tanto netto che per qualche secondo restava cosciente e il boia voleva capire se era vero, così si accordò, in modo non meglio precisato, con la bella cappellaia, perché gli desse un segno qualora fosse stato davvero così.
Le cronache raccontano di un’esecuzione in piazza, col boia che solleva poi dalla cesta la testa della bella malcapitata, trovandola che ancora piangeva.
Il corpo della povera ragazza venne lasciato in mostra per giorni, perché fungesse da monito ai cittadini e ancora oggi si racconta del fantasma della bella cappellaia, che vaga per Piazza Carlina, cercando di recuperare i suoi lunghissimi e bellissimi capelli, tagliati per l’esecuzione.
L’idea per l’originale Escape Room a cielo aperto
E’ sulla base di questa storia, ormai leggenda, che prende spunto l’interessantissima idea di una Escape Room a cielo aperto. Organizzata dall’azienda torinese WESEN SRL che già si occupa di eventi culturali, su questo sito si possono avere ulteriori informazioni ed eventualmente iscriversi: https://www.mysteryhouse.it/escape-room/city/ .
Sarà un’avventura di circa un’ora e mezza, dotati di uno zainetto fornito dall’organizzatore, con tutto il necessario per risolvere gli enigmi che si snoccioleranno lungo tutte le strade del centro cittadino, per gruppi da due a cinque persone, sulle tracce del fantasma della povera cappellaia.
L’aspetto davvero originale è proprio l’esplorazione dell’architettura cittadina, che vi porterà a scoprire tratti della città stessa ai più sconosciuti, forzandovi un po’ a guardare anche in alto, cosa che di solito fra le strade trafficate difficilmente facciamo.
Quindi, siete pronti ad andare a caccia di fantasmi, per una serata da brivido un po’ alternativa?
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