Curiosità
La prima foto di Torino
Breve storia di un’innovazione francese che passa da Torino
Si chiamava Enrico Federico Jest e quella mattina dell’8 ottobre 1839 si era appostato lungo il Po, laddove molti di voi passano il sabato sera bevendo qualche drink fresco ed ascoltando la musica che viene dai locali, in mezzo ad una fiumana di gente.
Quella mattina del 1839 pare invece che nessuno girasse da quelle parti.
Jest è di Torino e ha un’azienda che produce strumenti scientifici, talmente rinomata da essere direttamente fornitrice degli strumenti per l’Università.
Jest è lì, sulla sponda del Po opposta alla Gran Madre, con uno strumento molto scientifico, così avanzato come tecnologia che nessun altro in Italia ne ha uno. L’ha costruito con suo figlio Carlo ed un suo amico e collaboratore, Antonio Rasetti.
Quella che sono riusciti a realizzare, dopo un attento studio della dagherrotipia, di cui iniziavano a circolare scritti dalle altre parti d’Europa, è la prima macchina fotografica italiana.
E quella mattina la prima macchina fotografica italiana riprendeva la Gran Madre, vista dall’allora Piazza Vittorio.
Il risultato lo lasciò così strabiliato, che abbandonò l’azienda e col figlio passò il resto della vita a occuparsi di fotografia, portando in Italia tutti i manuali tradotti da loro per la prima volta, provenienti dalla Francia, di fotografia e di come era possibile costruire una macchina fotografica.
Se volete guardare l’opera da vicino, è ancora perfettamente ammirabile alla GAM. La copia esposta non è possibile riprodurla proprio perché la dagherrotipia, come prima tecnica fotografica, produceva una singola copia in positivo su una placca di rame argentata.
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