Storie
La Regione esorta i Presidi a fare presepi e recite scolastiche sulla Natività, perché principio fondante della nostra cultura
E’ una recita sulla natività che rende l’idea della nostra identità? Perché non parlare un po’ di più di un Giordano Bruno?
Questo è il principio fondante della lettera che la Regione Piemonte, per mano dell’Assessora alla Scuola, Elena Chiorino, ha fatto recapitare ai Presidi degli istituti piemontesi. Per stoppare le critiche, la lettera fa riferimento all’importanza di mostrare questi “principi fondanti della nostra identità culturale” anche per permettere agli stranieri di conoscerli a fondo.
Ma è davvero questo che siamo?
Al di là del finanziare un giro di lettere per esortare i Presidi a muoversi in una certa direzione, che potrebbe essere opinabile -davvero una lettera per parlare delle recite natalizie?!? Mi chiedo se è davvero questo che fonda la nostra identità culturale: la religione. E’ sicuramente, in Italia, un aspetto da tenere in grande considerazione per tutta una serie di risvolti culturali attuali, ma può davvero la religione cattolica rappresentare ciò che ci unisce oggi?
La religione ci identifica come italiani?
Siamo nel 2019, la laicità dello Stato non ce la siamo chiaramente ancora conquistata se non sulla carta. Vogliamo davvero passare ai nostri figli l’idea che una religione ci identifichi come italiani, o c’è ben altro dietro?
C’è arte, c’è passione e c’è scienza.
C’è un Leonardo omosessuale, c’è un Giordano Bruno dato alle fiamme, c’è un Galileo che deve abiurare.
Religione è anche questo. La Chiesa Cattolica è stata anche questo.
Non saremmo forse parte di un’umanità migliore, se si parlasse di più dei Giordano Bruno di tutte le religioni del Mondo e un po’ meno della religione mia che è migliore della tua e anche della sua?
Siamo davvero sicuri che la nostra identità di italiani sia preservata da una recita scolastica sulla natività?
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Marilena Giribaldi
26 Novembre 2019 at 11:59
In una scuola dell’infanzia della provincia di Ancona gli insegnanti avevano deciso di annullare la recita per non offendere i bambini di altre religioni. Dopo le polemiche in rete la preside ha deciso che la recita si farà: «I bambini di altre fedi racconteranno le loro fiabe e tradizioni»
Questo atteggiamento mi piacerebbe molto venisse applicato anche da noi, Ad ognuno le sue tradizioni però condivise con le altre .
Solo così, secondo me, si può iniziare un percorso differente, con il rispetto e la condivisione.