Ottima Collaborazione tra personale medico e paziente, nel pieno rispetto delle sue convinzioni religiose.

Ci riferiamo a un paziente di 69 anni con un femore fratturato, con varie patologie e determinato come testimone di Geova a rifiutare le emotrasfusioni. Portato di urgenza all’ospedale Mauriziano di Torino, Il personale medico ha cercato di capire come intervenire, nel pieno rispetto del paziente. Ha ritenuto necessario confrontarsi con il Comitato di Assistenza Sanitaria dei testimoni di Geova di Torino (una rete di ministri della comunità locale che interagiscono con cognizione di causa con medici e personale ospedaliero in grado di fornire informazioni autorevoli sulle strategie cliniche che consentono di evitare le emotrasfusioni e agevola l’accesso dei pazienti testimoni di Geova all’assistenza sanitaria) per capire le strategie mediche accettabili e seguire un protocollo medico condiviso. Tutto questo in piena sintonia con la legge 219 che “ tutela il diritto alla vita, alla salute e all’autodeterminazione della persona” e stabilisce che “nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata”. Dopo attente valutazioni e un dialogo franco e chiaro, si è deciso di intervenire. Ieri il paziente è entrato in sala operatoria e dopo alcune ore l’intervento si è concluso positivamente, senza complicazioni. Il paziente dopo essere stato in rianimazione, oggi è stato trasferito in reparto. Tutto questo dimostra che grazie a una buona collaborazione ed a molta professionalità è possibile essere curati da una
sanità attenta, vincente e rispettosa delle scelte consapevoli del paziente.

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