Storie
Qualcuno ricorda il Maciste di Porta Palazzo?
La storia di Maciste raccontata da una torinse. La vita di un uomo libero da vincoli e catene: chi di voi ricorda Maurizio Marletta?
Una domenica mattina di tanti tanti anni orsono il mio papà mi portò a Porta Palazzo a vedere Maciste. “Chi è ?” chiesi e lui me ne raccontò la storia che io giro a chi non la conosce. In quel periodo, siamo negli anni ’60, moltissimi uomini del Sud arrivavano a Torino in cerca di lavoro che, per la maggior parte, trovavano nelle fabbriche.
Gioacchino Marletta, alias Maurizio, un giovane siciliano arrivato anche lui nella nostra città non cercava però lavoro “sotto padrone”, come si diceva a quei tempi, ma voleva essere libero; divenne artista di strada nella tradizione di Porta Palazzo e ne fu il Re.
Il bel giovanotto robusto dai capelli ricci
Ogni domenica mattina una piccola folla si radunava per ammirare quel giovanotto robusto dai lunghi capelli ricci e neri che esibiva masse pazzesche di muscoli, nel mentre sollevava una pesante pietra e spaccava le maglie di una catena attorno al petto. Sfidava il pubblico a fare altrettanto e pochi accoglievano la sfida fallendo miseramente.
Maciste stava a rappresentare l’uomo forte : se si sollevavano pesi enormi si era uomo forte altrimenti l’uomo era destinato a essere debole. Si può forse declinare in filosofia? Chissà.
Una vita di stenti
La sua era una vita di stenti, si manteneva con le monete che il pubblico gli gettava, ma restò sempre “uomo libero” da ogni catena tranne quella che si passava attorno al petto per sua libera scelta. Un regista lo riprese anche nel cortometraggio Uomo della Pietra. Oltre ad essere artista di strada, Maurizio Marletta, ebbe anche esperienze nel cinema: con Pier Paolo Pasolini ne I racconti di Canterbury (1972), Ettore Scola in Trevico-Torino – Viaggio nel Fiat-Nam (1973) e con Pasquale Squitieri in Razza selvaggia (1982).
Maciste morì nel 2001 nella sua abitazione in Via Bra.
Nel 2013, lo scrittore Andrea Biscàro gli dedicò un libro: Il Maciste di Porta Pila.
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Maurizio
18 Marzo 2020 at 21:35
Ottimo