Curiosità
Storie curiose di una Torino del ‘700.
Non era un automobile sicuramente, ma nemmeno una carrozza. Apparteneva al principe Eugenio ed aveva un funzionamento molto particolare.
Non appena la tecnologia lo ha permesso, sappiamo tutti molto bene, che le carrozze trainate da cavalli si sono trasformate in automobili.
Dapprima la gente le chiamava semplicemente “carrozze senza cavallo”, ma sicuramente non sono stati i primi tentativi per cercare di liberare i cavalli dal peso dei viaggi in carrozza.
Esiste infatti un particolare documento, di uno scrittore ed archeologo tedesco, tale Johann Georg Keyssler, in visita a Torino nel 1729, che descrive una particolare versione di “carrozza senza cavalli”, posseduta dall’allora principe Eugenio.
Se non fosse, lo scrittore, tanto autorevole, ci sarebbe da pensare a un errore, ma gli scritti in tedesco riportano comunque di quello che, in una più chiara traduzione inglese del 1760, risulta proprio essere il primo progenitore dell’automobile, tutta piemontese.
Intanto era esteticamente una carrozza scoperchiata e -lo scrittore dice di averla vista in azione- non funzionava sullo sterrato, ma sulle nuove strade liscie di Torino andava benissimo.
Non era spinta da un motore, per cui era largamente troppo presto.
Ebbene, il “motore” trainante di questa carrozza erano delle molle, situate sull’asse posteriore, che il cocchiere poteva ricaricare e che ad ogni scatto coprivano una distanza che variava da 7 a 10 metri.
Gli scritti riportano anche che il geniale ideatore di questo marchingegno, era in quel momento impegnato a creare una carrozza volante.
Insomma, possiamo discutere sulla funzionalità, e magari anche sulla veridicità della storia, ma è sicuramente sempre straordinario vedere come l’umanità si sia prefissa costantemente dei sogni e delle fantasie e che abbia fatto di tutto, nei secoli, per raggiungerli, anche con risultati a volte non troppo soddisfacenti.
Perché alla fine, chi di noi, ancora oggi nel 2019, non vorrebbe un’auto volante?!?
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