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Troppi bambini strappati in Piemonte.

Continua l’allontamento coatto di minori dalle proprie famiglie in Piemonte, dalle loro “prigioni” arrivano sui social e sui media le loro voci.

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Piemonte. Dopo i recenti casi di allontanamento coatto di minori dalle famiglie, vengono spontanee alcune riflessioni su questo “sistema” che continua a mietere vittime, nonostante “il vaso di Pandora” sia stato scoperchiato a Bibbiano, i cui fatti sono noti a tutti. C’è da rimanere sconcertati dal fatto che le inchieste del Forteto, di Veleno, di Sagliano Micca e di Bibbiano non abbiano mai avuto un chiaro termine di condanna, che abbia messo fine a questo scellerato modo di distruggere le vite di tante famiglie e ancor più di tanti bambini e adolescenti.

Eppure le voci di questi ultimi si alzano forti dalle strutture nelle quali vengono tenuti prigionieri e spesso hanno grande risonanza sui social e qualche voce è arrivata fino al Parlamento: voci sempre inascoltate!

E’ il caso dei quattro bambini di Cuneo, due dei quali hanno perfino indetto uno sciopero della fame, cui si sono unite persone comuni e personaggi noti e tutto perchè li lascino tornare a casa dalla loro mamma. Tutto rimane fermo, persino quando una Parlamentare si è esposta in favore della madre e dei bambini contro questo “sistema”.

Ci si chiede perchè una madre che ha cresciuto quattro figli, che ha portato avanti con impegno un lavoro statale, subendo le violenze del marito, nel momento in cui ha trovato il coraggio di porre fine a tale situazione, sempre più insopportabile anche per i figli, debba essere sottoposta alla pena più grande che una donna possa subire: essere privata delle proprie creature!

Ancora peggio per i quattro bambini che non hanno fatto nulla di male, se non quello di non voler più essere maltrattati dal padre, essi sono stati privati della figura materna , di quell’unico porto sicuro.

Bisogna farsi queste domande e anche trovare, nei fatti, le risposte. Ognuno può farlo.

La stessa domanda è da porsi nel caso delle due adolescenti, che dalla struttura nella quale sono state chiuse in quarantena, scrivono una lettera ai media , concludendola con un’affermazione che dà i brividi e cioè che sarebbe stato meglio non denunciare le violenze del padre perchè almeno oggi sarebbero ancora insieme con la mamma e con i parenti a loro cari. In poche parole avrebbero ancora la loro vita anche se con le violenze. Ma che incommensurabile violenza dell’anima stanno vivendo là dentro?

Allora c’è da capire: qual’è il fine di tutto questo? Ci sono due famiglie, in Piemonte, che, in entrambi i casi,si sono trovate in una situazione che doveva  essere risolta , in cui un marito sfoga il proprio malessere di vivere sugli altri componenti e qual’è stata la soluzione del problema? Allontanare i minori dalla madre, che fino a quel momento li ha protetti.

Questo non è tutto, in entrambi i casi e in molti altri i fratelli e le sorelle di una stessa famiglia vengono forzatamente separati e rinchiusi ognuno in una struttura diversa, perchè questo?

Io un’idea ce l’ho, ognuno può trovare la risposta.

Il CCDU è stato fondato nel 1979 ed è una Onlus italiana in contatto con il Citizens Commition on Human Rights (CCHR) che è stato fondato dallo psichiatra Prof. Thomas Szasz e dalla Chiesa di Scientology e che ha lo scopo di ripristinare i Diritti Umani e dignità nel campo della salute mentale.

Maria Grazia Scaglione                                       4 Agosto 2020

 

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