Un giorno qualunque, una storia eccezionale

Sono pomeriggi molto caldi quelli che affliggono la nostra città.
Quella che sto per raccontarvi è la storia di due ragazzini molto accaldati che arrivano in bici alla gelateria, vicino al Parco della Tesoriera in cui hanno sicuramente passato a giocare metà del pomeriggio.

Parlano e ridono fra di loro, magari discutono già di quale gelato prendere; entrano, fanno la loro ordinazione ed escono tutti contenti.
Fuori dalla gelateria, ugualmente accaldati, vestiti di abiti particolarmente trasandati, chiaramente stranieri e con l’aria di chi ne ha viste tante, sostano due bambini più piccoli, maschio e femmina, probabilmente fratello e sorella.

Loro non parlano italiano, ma osservano la gente uscire dalla gelateria, con aria chiaramente sognante di un futuro in cui magari in gelateria a prendere un gelato ci possono entrare anche loro.
Gli sguardi dei ragazzini si incrociano con quelli dei bambini e per i dodicenni non c’è nemmeno da pensarci: si avvicinano e cedono la loro coppetta e la loro granita a quei bambini meno fortunati.

Un gesto apparentemente semplice, spontaneo e naturale, ma fatto in un periodo così difficile e con la spontaneità che solo un ragazzino cresciuto ed educato nel rispetto del prossimo e con cuore gentile può avere.
Insomma, capitano anche di ragazzini così per fortuna.
Tutti i presenti si sono commossi al gesto.

La responsabile in gelateria ha regalato loro una coppetta e una granita di rimpiazzo, con occhi lucidi, felice di constatare che esistono ancora ragazzini del genere ai giorni nostri.

Sappiamo però quanto, purtroppo, non tutti i lettori di questa storia, adesso, condivideranno la bontà e la naturalezza del gesto.

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