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Al mare, sì o no? Ecco quest’anno cosa saremo obbligati a fare, sia noi che gli stabilimenti

Dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) le indicazioni per i bagnanti e i gestori di stabilimenti balneari. Ecco quali regole saremo tenuti a rispettare, se andremo al mare per le vacanze

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Regole al mare 2020

Le potremo chiamare davvero vacanze, quelle di quest’anno? Con tutte quelle regole e norme che saremo tenuti a rispettare sia noi che gli operatori turistici: alberghi, bar e ristoranti, stabilimenti balneari e così via, c’è davvero da restarne disorientati. Potremo parlare con il vicino di ombrellone? Riusciremo a fare il bagno, o a passeggiare sul bagnasciuga? Vediamo se le norme ci consentiranno o meno di godersi queste vacanze.

Un rischio da contenere

La parola d’ordine quest’anno è contenere al massimo il rischio contagio. Ma in Italia abbiamo oltre 7.000 km di costa e un numero elevato di aree di balneazione (un quarto del totale europeo) abitate da 17 milioni di persone, che possono anche raddoppiare in alta stagione. Per questo può diventare significativo il rischio riconducibile al turismo balneare, si legge in una nota dell’ISS. Va da sé che se, come avveniva ogni anno, tra fine luglio e agosto ci sarà l’invasione delle località di mare, sarà assai facile che si possano creare affollamenti, vicinanza e contatto – sia in spiaggia che sui lungomare (specie la sera) o in altre zone dove le persone erano solite ritrovarsi. Il rischio, spiega l’ISS, «può assumere gradi diversi a seconda dei differenti indici sanitari valutati a livello regionale e locale».

Un rischio minore

Ma che dire del rischio indiretto di contagio dovuto, specie al mare, con il contatto da contaminazione delle acque da reflui o da escreti infetti presenti a monte dell’area di balneazione o diffusi da imbarcazioni? Le misure di controllo e monitoraggio a carattere ambientale e sanitario applicate in base alla normativa vigente – sottolinea l’ISS – e la suscettibilità del virus alle variabili ambientali rendono trascurabile questo rischio. Per cui, in teoria, di questo non dovremmo preoccuparci, secondo quanto è riportato sul “Rapporto sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2” del Gruppo di Lavoro Ambiente-Rifiuti COVID-19 in collaborazione con il Ministero della Salute, l’INAIL, il Coordinamento di Prevenzione della Conferenza Stato Regioni, esperti delle ARPA e altre istituzioni.

Tenere sotto controllo i rischi sanitari

Quanto alla balneazione sicura, nel Rapporto sono fornite raccomandazioni per tenere sotto controllo i rischi sanitari, integrando i documenti che INAIL e Conferenza Stato regioni avevano già pubblicato. Si tratta di indicazioni semplici – spiega l’ISS – di tipo tecnico che riguardano i controlli ambientali, dal funzionamento dei depuratori, al controllo delle acque reflue e degli scarichi illeciti e di norme igieniche/comportamentali da seguire in stabilimenti e spiagge libere indirizzate ai gestori degli stabilimenti balneari e agli stessi bagnanti.

Le indicazioni per i bagnanti e i gestori degli stabilimenti balneari

Tra le diverse indicazioni per gli stabilimenti e per i bagnanti si raccomandano le seguenti regole, che noi stessi siamo tenuti a controllare siano seguite. Nel caso non lo siano, è bene segnalare il fatto alle autorità competenti.

Per gli stabilimenti è fatto obbligo
– Di prenotare l’accesso agli stabilimenti (anche online), eventualmente per fasce orarie, in modo da prevenire assembramenti, e registrare gli utenti, anche per rintracciare retrospettivamente eventuali contatti a seguito di contagi, mantenendo l’elenco delle presenze per un periodo di almeno 14 giorni, nel rispetto della normativa sulla privacy;

– di utilizzare cartellonistica e locandine con le regole comportamentali per i fruitori delle aree di balneazione e i bagnanti per prevenire e controllare i rischi – comprensibili anche per utenti di altre nazionalità;

– di regolamentare gli accessi e gli spostamenti sulle spiagge, anche attraverso percorsi dedicati, e disporre le attrezzature, in modo da garantire in ogni circostanza il distanziamento interpersonale;

– di garantire distanziamento interpersonale di almeno 1 metro tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare, in ogni circostanza, anche durante la balneazione;

– di controllare la temperatura corporea, ove possibile, del personale e dei bagnanti con interdizione di accesso se questa risulta superiore ai 37,5 °C;

– di vietare qualsiasi forma di aggregazione che possa creare assembramenti, quali, tra l’altro, attività di ballo, feste, eventi sociali, degustazioni a buffet;

– di interdire gli eventi musicali con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale;

– di pulire, con regolarità almeno giornaliera, le varie superfici, gli arredi di cabine e le aree comuni e sanificare in modo regolare e frequente attrezzature (sedie, sdraio, lettini, incluse attrezzature galleggianti e natanti), materiali, oggetti e servizi igienici, limitando l’utilizzo di strutture (cabine docce singole, spogliatoi) per le quali non sia possibile assicurare una disinfezione intermedia tra gli utilizzi promiscui;

– di non trattare in alcun caso spiagge, terreni, arenili o ambienti naturali con prodotti biocidi;

– di evitare l’uso promiscuo di qualsiasi attrezzatura da spiaggia;

– di dotare i bagnanti di disinfettanti per l’igiene delle mani;

– di fornire disinfettanti e DPI adeguati al personale (mascherine, schermi facciali, guanti) e utilizzare obbligatoriamente DPI in caso di contatti ravvicinati con bagnanti e attività a rischio.

L’informativa e la sorveglianza in ambienti di libero accesso, come le spiagge libere è demandata ai sindaci e/o agli altri enti locali competenti. Questi sono tenuti a dover applicare ogni adeguata misura volta a garantire condizioni di riduzione dei rischi e, ove necessario, a definire attività di vigilanza sul rispetto delle misure da parte dei fruitori delle spiagge, a regolamentare gli accessi per consentire il distanziamento interpersonale, individuare le procedure di sanificazione delle attrezzature e delle aree comuni.

Le indicazioni per i bagnanti e per tutti

– Rispetto del distanziamento interpersonale di almeno 1 metro;

– responsabilità di vigilanza sul distanziamento anche dei bambini;

– misure di igiene personale, pulizia e disinfezione frequenti delle mani;

– igiene respiratoria: starnutire e/o tossire in fazzoletti di carta o nel gomito;

– uso di mascherine quando le misure di distanziamento siano di difficile mantenimento (le mascherine dovranno essere smaltite con i rifiuti indifferenziati).

L’ISS ricorda inoltre che la possibilità di contenere e controllare la diffusione di COVID-19 è fondamentalmente legata ai comportamenti individuali – soprattutto il distanziamento fisico, nel rispetto degli altri. Quest’ultima necessità può comportare in molti casi modalità di fruizione degli ambienti diverse rispetto alla prassi consueta, come il contingentamento degli accessi su prenotazione e l’adeguamento alle rigorose regole comportamentali, tra cui la vigilanza sui bambini.

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