Viaggi
Spostamenti dal 3 giugno, come turisti in altre regioni saremo tracciati
Se viaggeremo quest’estate in Italia come turisti e per le vacanze saremo tracciati. E i dati su di noi saranno conservati per due settimane. Gli hotel offriranno i test sierologici
La riapertura delle “frontiere” regionali in Italia, con gli spostamenti consentiti a partire dal 3 giugno, è stata preceduta da numerose polemiche e moti di ribellione da parte di alcune Regioni del Sud (Sicilia e Sardegna in testa) che si opponevano all’ingresso di persone provenienti dal Nord – e in particolare da Lombardia e Piemonte, due Regioni considerate a rischio. Ma poi il Governo ha deciso che tutte le Regioni potevano essere aperte. Con un eccezione però.
Concesso il tracciamento
Per le Regioni che temono una possibile nuova ondata di contagi a causa dell’arrivo di turisti dal Nord Italia, il Governo ha concesso il tracciamento dei turisti e la conservazione dei dati acquisiti per due settimane. Il tracciamento avverrà con la registrazione degli ingressi nel territorio regionale e con la possibilità di eseguire i test sierologici (volontari) che potranno essere offerti dagli albergatori.
Il rischio c’è
A confermare che comunque sia il rischio di nuovi contagi c’è è stato lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza che ha sottolineato come «Il rischio c’è e sarebbe sbagliato non riconoscerlo, quindi lo stiamo assumendo, provando a gestire una Fase diversa». Si è dunque deciso di riaprire, prima le città e poi le Regioni, anche se il “rischio zero” non è ancora stato raggiunto. Ma questo, ha ancora precisato Speranza, lo si sarebbe potuto forse raggiungere con un più lungo periodo di chiusura e «conservare un lockdown assoluto per mesi, ma il Paese non avrebbe retto».
Una libertà già prevista
Se qualcuno è in attesa di un nuovo DPCM non lo vedrà arrivare per ora, poiché la libertà di spostamento tra le Regioni era già stata inclusa il quello entrato in vigore il 18 maggio 2020. Tuttavia, il Governo e le istituzioni confidano nella responsabilità individuale per evitare comportamenti a rischio che possano far ripiombare il nostro Paese nell’incubo dei mesi scorsi. Per questo siamo tutti invitati – nonostante la possibile comprensione dell’euforia del tornare a viaggiare – a rispettare le norme di distanziamento sociale, a usare la mascherina e tutti gli altri dispositivi di protezione individuale (DPI).
Nuove zone rosse
Se le cose dovessero sfuggire di mano e precipitare, ricordiamo che i governatori delle Regioni potranno emettere e firmare ordinanze restrittive, e insieme al Governo creare nuove zone rosse che dovessero rendersi necessaria. Per cui, cerchiamo di non contribuire a tutto ciò. L’idea è di attuare controlli, ma sempre in maniera adeguata, al fine di contribuire a contenere il virus.
I controlli
Trai primi controlli dei cittadini che si sposteranno per lavoro o per turismo ci saranno quelli negli aeroporti e nei porti navali. Prima di imbarcarsi si sarà sottoposti a controllo della temperatura corporea e a un tracciamento mediante le proprie generalità – in modo da poter essere contattati nel caso saltasse fuori che sullo stesso aereo o nave in cui si è viaggiato c’era una persona risultata in seguito positiva al Coronavirus. Una volta giunti a destinazione sarà obbligatorio compilare un modulo che comprenda tutte le informazioni relative a quanto è avvenuto prima del viaggio: per esempio, comunicare se si è stati in contatto con soggetti positivi (anche familiari) e quando questo, nel caso, sia accaduto. Per chi invece viaggerà in automobile, bus o treno, il modulo potrà essere compilato all’arrivo in hotel o all’agenzia che gestisce l’alloggio o casa presi in affitto.